Dichiarazione dell'Assemblea delle Donne

2009-02-06 00:00:00

Nell'anno in cui il FSM si incontra con la popolazione Pan-Amazzonica, noi donne provenienti da diverse parti del mondo, riunite a Belem, riaffermiamo il contributo delle donne indigene e di tutti i popoli della foresta, come soggetti politici che arricchiscono il femminismo a cominciare dalla diversità culturale delle nostre società e rafforzano la lotta femminista contro il sistema patriarcale capitalista globalizzato.

Oggi nel mondo, viviamo varie crisi che dimostrano la impraticabilità di questo sistema. Le crisi finanziarie, alimentari climatiche ed energetiche non sono fenomeni isolati, e rappresentano un a crisi del modello, caratterizzato da eccessivo sfruttamento del lavoro e della natura e dalla speculazione finanziaria.

Di fronte a queste crisi non ci interessano le risposte palliative basate sulla logica del mercato che possono portare solo alla sopravvivenza del sistema. Abbiamo bisogno di andare avanti nella costruzione di alternative. Per la crisi climatica ed energetica, siamo contrari a soluzioni che prevedono l'uso dei biocombustibili e dei mercati del credito di carbonio.

Noi donne femministe proponiamo il cambiamento del modello di produzione e di consumo.

Di fronte alla crisi alimentare, affermiamo che gli OGN non rappresentano una soluzione. La nostra proposta è la sovranità alimentare e lo sviluppo della produzione agro-ecologiche.

Di fronte alla crisi economica e finanziaria, ci pronunciamo contro i milioni di fondi pubblici stanziati per salvare le banche e le imprese. Noi femministe rivendichiamo la protezione del lavoro delle donne e il diritto a un reddito dignitoso.

Non possiamo accettare i tentativi di mantenere il sistema si facciano con il costo a scapito della vita delle donne. I licenziamenti di massa, i tagli della spesa pubblica in campo sociale e la riaffermazione del modello di produzione, hanno un impatto diretto sulle nostre vite.

Per imporre il suo dominio sul mondo, il sistema utilizza la militarizzazione e la corsa agli armamenti; inventa scontri genocida che rendono le donne bottino di guerra e utilizzano la violenza sessuale come arma di guerra nei conflitti armati. Si costringono intere popolazioni a vivere come rifugiati, si consacra l'impunità per la violenza contro le donne, il feminicidio e altri crimini contro l'umanità che si verificano quotidianamente in conflitti armati.

Noi femminista proponiamo trasformazioni radicali e profonde dei rapporti tra l'uomo e la natura, la fine della lesbofobia, e del patriarcato eteronormativo e razzista.

Chiediamo la fine del controllo sui nostri corpi e sulla nostra sessualità. Rivendichiamo il diritto di decidere liberamente sulle nostre vite e sui territori che abitiamo. Vogliamo che la riproduzione della società non sia fatta sullo sfruttamento delle donne.

Siamo solidali con le donne delle regioni in cui vi sono conflitti armati. Aggiungiamo la nostra voce alle donne di Haiti e rifiutiamo la violenza delle forze di occupazione. Siamo solidali con le donne colombiane, congolesi e con quelle che quotidianamente resistono alla violenza dei gruppi militari e delle milizie armate coinvolte nei conflitti. Esprimiamo la nostra solidarietà alle donne irachene che devono fare i conti con la violenza dell'occupazione militare nordamericana.

In questo momento storico, siamo solidali in particolare con le donne palestinesi della striscia di Gaza sotto attacco da parte di Israele e ci uniamo alle lotte per porre fine alla guerra in Medio Oriente.

In pace e in guerra, noi siamo solidali con le donne vittime della violenza patriarcale e razzista nei confronti di donne nere e giovani.

Allo stesso modo, noi esprimiamo la nostra solidarietà e sostegno a ciascuna delle compagne che sono impegnate nelle lotte di resistenza contro le grandi opere idroelettriche, contro il disboscamento, lo sfruttamento minerario e mega progetti in Amazzonia e in altre parti del mondo e che sono perseguitate per la loro legittima opposizione allo sfruttamento.

Siamo solidali con tutte le donne criminalizzate per la pratica dell'aborto e per la difesa di questo diritto. Rafforziamo il nostro impegno per unire gli sforzi volti a resistere alla offensiva fondamentalista e conservatrice al fine di garantire che tutte le donne che fanno questa scelta, abbiano il diritto ad un aborto sicuro e legale.

Ci uniamo alla lotta per l'accessibilità per persone con disabilità e per il diritto di "andare e tornare" delle donne migranti.

Per tutte da noi continueremo ad impegnarci per la costruzione del movimento femminista come una forza politica contro-egemonica e come strumento delle donne per realizzare la trasformazione delle proprie vite e della nostra società, sostenendo e rafforzando le auto-organizzazioni delle donne, il dialogo e l'articolazione delle lotte dei movimenti sociali.

Noi tutte, in tutto il mondo, il prossimo 8 marzo e nella settimana di Azione Globale 2010, metteremo in discussione il sistema capitalista e patriarcale che ci opprime e sfrutta. Nelle strade e nelle nostre case, nelle foreste e nei campi, nelle nostre lotte e nei nostri spazi di vita quotidiana della nostra vita, manterremo la nostra ribellione e la nostra mobilitazione.

Belem, 1 febbraio 2009

Traduzione di Elvira Corona