I Popoli di Abya Yala propongono una giornata mondiale di mobilizzazione in difesa della Pachamama
I loro vestiti colorati, la loro allegria e le loro danze contagiose, hanno fatto sì che la loro presenza catturasse l'attenzione dei partecipanti al Social Forum Mondiale (FSM) che si sta svolgendo nella città brasiliana di Belem. Si tratta delle migliaia di persone che fanno parte dei popoli indigeni originari della Abya Yala.
Ma i loro costumi e le loro danze non sono stati gli unici a richiamare l'attenzione, anche le loro proposte e le loro richieste. E' questo che i rappresentati delle popolazioni originarie hanno fatto, hanno alzato la loro voce per chiedere la fine della depredazione della Pachamama.
Le loro lingue sono distinte, ma il proposito è uno solo. Esigono che si prendano le misure del caso per evitare che il pianeta continui ad essere messo in pericolo dalle grandi multinazionali che si dedicano al saccheggio delle risorse naturali, lasciando al suo posto danni irreversibili per il pianeta.
Giornata Mondiale in difesa della Pachamama
Ma gli indigeni non vogliono che le loro proposte cadano nel vuoto, per questo all'unisono hanno chiesto che il FSM appoggi il loro progetto di dichiarare il 12 ottobre come la Giornata Mondiale della Mobilitazione in difesa della Pachamama.
Aura Lolita Chavez, rappresentante del Coordinamento e Convergenza Nazionale Maya, Waqib' Kej, ha detto che è tempo di lasciare il folklorismo attorno a questa data e fare azioni concrete in difesa del pianeta.
Ha ricordato che questa è una lotta che da i popoli indigeni portano avanti da molto tempo, per questo si oppongono alle attività come quelle minerarie, allo sfruttamento petrolifero e a quello del legno nei loro territori, perché sanno che con queste attività si sta uccidendo la madre terra a poco a poco, visto le contaminazione che causano.
Dal canto suo, Tomás Huanacu, rappresentante del Consiglio Nazionale di Ayllus y Markas del Qullasuyu (CONAMAQ), ha rimarcato che i popoli indigeni conducono una lotta per la difesa della Pachamama, e per questo oggi si cerca di criminalizzarli e indicarli come terroristi.
A nome dei popoli indigeni della Bolivia ha detto che l'umanità deve cambiare il suo pensiero, tornando ai saggi insegnamenti delle antiche popolazioni della Abya Yala che sostenevano il buon vivere.
Per questo ha detto, è necessario lasciare da parte tutta la visione occidentale dello sviluppo e della crescita presentata dalle grandi potenze, visto che in nome di questi si sta portando il pianeta verso la distruzione.
"I Popoli indigeni, come figli della madre terra, siamo chiamati a proteggerla anche con la nostra stessa vita, che è la stessa", ha assicurato.
Arrivato il turno di Miguel Palacìn, coordinatore generale del Coordinamento Andino di Organizzazioni indigene, che raggruppa organizzaizoni di Perù, Bolivia, Ecuador, Cile e Argentina, ha assicurato che i popoli indigeni stanno alzando la loro voce non solo per difendere i loro diritti, ma anche per difendere la Pachamama di fronte alle pretese delle grandi imprese multinazionali, che vogliono saccheggiare tutte le risorse che rimangono alla Pachamama.
Palacìn Quispe ha affermato che il mondo si trova in una crisi che potrà essere invertita solo con un altro pensiero, che riconosca e stabilisca i gli Stati Plurinazionali, con la pratica del buon vivere, con una democrazia più partecipativa, credendo nella partecipazione e inclusione di tutti, ciascun popolo e ciascun uomo.
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Abya Yala: nome indigeno del continente americano.
Pachamama: nome indigeno della Madre Terra
Traduzione di Elvira Corona